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Commissione UE: nuova proposta di direttiva sul lavoro mediante piattaforme digitali.

Via libera della Commissione UE alla proposta di direttiva [ COM 2021 (762) final ] per migliorare le condizioni di lavoro mediante piattaforma digitale e sostenere al contempo una crescita sostenibile delle imprese della gig economy. Dopo la doppia consultazione delle parti sociali e degli esperti del mondo accademico, la Commissione UE ha pubblicato la proposta definitiva che sarà ora discussa dal Parlamento EU e dal Consiglio. 

La proposta prende atto delle opportunità create alle imprese e del miglior accesso ai servizi garantito ai consumatori dalle piattaforme digitali. Ne sono una conferma i numeri riportati dalla Commissione che attestano un’economia in costante crescita nonostante il rallentamento dell’economia globale, con fatturato quintuplicato dal 2016 al 2021 , passato da 3 a 14 miliardi di euro. 

Contrariamente a quanto si può ritenere, la questione non riguarda i soli rider e autisti ma milioni di lavoratori della gig economy, anche freelance, che scelgono in autonomia dei lavori da portare a termine contrattando con il cliente. La direttiva fa riferimento a prestazioni che possono essere effettuate in un luogo fisico specifico – come la consegna del cibo o il trasporto in auto – o online, come per esempio la codifica di dati o servizi di traduzione, e individua nell’utilizzo di tecnologie algoritmiche finalizzate all’incontro fra domanda e offerta di lavoro l’elemento comune a tutte le fattispecie ( “ labour platform " ). 

La Commissione ha stimato in 28 milioni, il numero di lavoratori coinvolti dal 2016 ad oggi in queste nuove modalità di lavoro e di business. Di questi sono 5,5 milioni i lavoratori erroneamente inquadrati come lavoratori autonomi. 
La direttiva si propone di risolvere, dunque, due aspetti problematici : la promozione della trasparenza, dell’equità e della responsabilità nella gestione degli algoritmi alla base del funzionamento delle piattaforme digitali, oltre a risolvere la questione della qualificazione del rapporto di lavoro autonomo o subordinato. 

Presunzione di subordinazione.

Una prima novità prevista dalla direttiva riguarda la presunzione legale di lavoro subordinato alle dipendenze delle piattaforme digitali in presenza di almeno due indici su cinque previsti e corrispondenti grosso modo agli indici di subordinazione del nostro ordinamento. 

• la sussistenza di una retribuzione predeterminata o di un tetto massimo ad essa ( limiti alla remunerazione;
• il controllo della prestazione attraverso strumenti tecnologici ( regole per quanto riguarda l’aspetto, il comportamento con i clienti e l’esecuzione e la qualità della prestazione );
• la sussistenza di limiti all’orario di lavoro o ai periodi di riposo nonché alla cessione a terzi della prestazione dedotta nel contratto.
• la sussistenza di regole vincolanti sulla prestazione con limitazioni alla libertà di accettare o rifiutare incarichi o di avvalersi di subappaltatori o sostituti;
• restrizione alla possibilità di creare una base clienti o di eseguire lavori per terzi.

La presunzione relativa avrà l’effetto di invertire l’onere della prova, mettendo le piattaforme digitali nella condizione di dover dimostrare che, nonostante la sussistenza di due o più indici, non esista un rapporto di lavoro subordinato ( ART. 5) . Sarà poi compito di ciascun Stato Membro fare in modo che non vengano penalizzate quelle aziende in cui effettivamente i lavoratori svolgono la prestazione in autonomia.

Ad ogni modo bisognerà poi anche vedere se la presunzione soddisferà nei fatti la finalità deflattiva del contenzioso per cui è stata pensata. 

Trasparenza degli algoritmi.

L’altra grande novità prevista dalla direttiva riguarda l’algoritmo alla base del funzionamento delle piattaforme digitali. 

Spesso nell’attività di intermediazione, così come nell’attività di organizzazione del lavoro, le piattaforme si comportano come veri e propri datori di lavoro che esercitano il proprio potere direttivo. La proposta UE , pertanto, risponde ad un esigenza di maggiore trasparenza sul funzionamento degli algoritmi nell’esercizio delle funzioni datoriali : 
  • ai lavoratori mediante piattaforma digitale dovrà essere riconosciuto il diritto ad essere informati sulle modalità di monitoraggio dell’attività svolta e i criteri decisionali automatizzati che possono influenzare le loro condizioni di lavoro. La direttiva richiede anche che venga data la possibilità di conoscere nello specifico le azioni monitorate e valutate.
  • ai lavoratori mediante piattaforma digitale andrà data anche la possibilità di ricevere spiegazioni sulle decisioni automatizzate e eventualmente di contestarle. Per questo le piattaforme dovranno garantire un contatto per discutere tutte le decisioni che hanno un impatto significativo sulle condizioni di ciascun lavoratore. 

Tutele anche per i liberi professionisti.

Come parte del pacchetto, comprendente la proposta di direttiva, la Commissione Ue ha avviato anche una nuova consultazione rivolta a cittadini, imprese, parti sociali e enti governativi per presentare osservazioni sul possibile aggiornamento delle regole intorno la concorrenza e le tutele dei lavoratori autonomi individuali. La Commissione si chiede se non sia il caso di fornire maggior tutele a beneficio anche di quei lavoratori autonomi che vengono assunti in blocco da terzi e, dovendo essere in teoria trattati come ditte individuali in regime di concorrenza, non possono organizzarsi con associazioni a tutela delle proprie condizioni di lavoro. 

"I contratti collettivi - si legge in una nota della Commissione - sono un importante strumento per migliorare le condizioni di lavoro. Tuttavia, i lavoratori autonomi sono considerati in linea di principio 'imprese' e rischiano di violare l'articolo 101 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea se negoziano collettivamente i propri onorari e altre condizioni inerenti alle loro attività". 

Tale progetto di orientamenti mira a garantire la certezza del diritto e a far sì che il diritto dell'UE in materia di concorrenza non ostacoli gli sforzi di quei lavoratori autonomi individuali che cercano di migliorare le condizioni di lavoro collettive, compresa la retribuzione, nei casi in cui questi si trovino in una posizione relativamente debole, per un significativo squilibrio nel potere contrattuale. La consultazione servirà all’esecutivo UE per proporre entro giugno 2022 un nuovo orientamento in materia di concorrenza e consentire a alcune categorie di lavoratori autonomi di avvalersi della contrattazione collettiva e di associarsi per proteggere i propri interessi. Il progetto di orientamenti si riferisce sia alle situazioni online che quelle offline.

(Fonte: sito web LavoroSì).
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