INFORMATION TECHNOLOGY
Parlamento UE: pubblicato uno studio sul rapporto tra AI Act e regolamentazione digitale UE.
Il Parlamento europeo ha pubblicato, il 30 ottobre 2025, uno studio dal titolo “Interplay between the AI Act and the EU digital legislative framework”, dedicato all’analisi dei punti di contatto – e di potenziale frizione – tra l’AI Act e il complesso mosaico delle normative digitali europee. Il documento evidenzia come la stratificazione di obblighi derivanti dalle diverse leggi UE in materia digitale possa generare duplicazioni, disallineamenti e incertezze applicative, soprattutto per le piccole e medie imprese.
Lo studio mette in luce la coincidenza parziale di ambiti tra il Regolamento sull’intelligenza artificiale e altri testi fondamentali: GDPR, Data Act, Digital Services Act (DSA), Digital Markets Act (DMA), Cyber Resilience Act (CRA) e Direttiva NIS 2. Pur riconoscendo che ciascun atto normativo risponde a una finalità specifica, il Parlamento osserva che la loro applicazione congiunta rischia di creare “attriti regolatori” tali da rallentare l’innovazione e complicare la compliance per gli operatori.
Tra i principali esempi di sovrapposizione, lo studio cita il rapporto tra Valutazioni d’Impatto sulla Protezione dei Dati (DPIA) previste dal GDPR e le Valutazioni d’Impatto sui Diritti Fondamentali (FRIA) introdotte dall’AI Act: due strumenti distinti, ma potenzialmente duplicativi, con soglie e criteri differenti.
Analoga interferenza si riscontra tra gli obblighi di qualità dei dataset previsti per i fornitori di IA e le regole del Data Act su accesso e portabilità dei dati, che potrebbero compromettere la tracciabilità richiesta dal Regolamento AI.
Il documento segnala inoltre l’intreccio di requisiti in materia di cybersicurezza, con il rischio di una doppia certificazione tra AI Act e CRA; e le aree di trasparenza e moderazione dei contenuti comuni a DSA e AI Act, che pongono sfide operative per le piattaforme e i motori di ricerca di dimensioni molto grandi (VLOP e VLOSE) nel momento in cui integrano sistemi di intelligenza artificiale generativa. Infine, lo studio richiama le potenziali asimmetrie derivanti dalla designazione dei gatekeeper ai sensi del DMA, che potrebbe sovrapporsi alla classificazione dei sistemi ad “alto rischio sistemico” prevista dall’AI Act.
Il Parlamento invita dunque le istituzioni europee a promuovere una maggiore armonizzazione normativa, sia attraverso linee guida interpretative comuni sia mediante la riduzione delle duplicazioni procedurali, per favorire un ambiente regolatorio coerente, proporzionato e favorevole all’innovazione tecnologica.