TUTELA DEI DATI PERSONALI
Garante privacy: pubblicate le FAQ sul trattamento di dati personali dei partecipanti alle procedure concorsuali per finalità di pubblicità e trasparenza.
Il Garante per la protezione dei dati personali è tornato sul tema del trattamento dei dati dei candidati ai concorsi pubblici, pubblicando una serie di FAQ dedicate alla pubblicità delle procedure selettive alla luce delle più recenti riforme. L’intervento nasce da un contesto pratico ben preciso: l’Autorità riceve da tempo numerosi reclami, segnalazioni e quesiti su come gestire correttamente i dati personali nelle varie fasi di un concorso – dalla presentazione delle domande alla pubblicazione delle graduatorie – e, in particolare, sui limiti alla diffusione online di nomi, voti e altre informazioni dei partecipanti.
Il punto critico è il coordinamento tra le norme di settore che impongono pubblicità e trasparenza delle procedure e la disciplina in materia di protezione dei dati personali. Le leggi che regolano i concorsi spesso risalgono a un’epoca in cui la “pubblicazione” significava affissione all’albo, bollettini cartacei o messa a disposizione di atti presso gli uffici. Oggi, la trasposizione di questi stessi documenti sui siti istituzionali, indicizzati dai motori di ricerca, comporta una forma di diffusione molto più invasiva: le informazioni sono reperibili da chiunque, potenzialmente per un tempo indefinito, e possono essere aggregate e riutilizzate in modi che incidono sulla sfera privata e professionale delle persone coinvolte.
Dal punto di vista giuridico, il Garante ricorda che le pubbliche amministrazioni, anche quando gestiscono procedure concorsuali o selettive, possono trattare i dati personali dei candidati per adempiere obblighi di legge e perseguire interessi pubblici, nel rispetto dei principi generali del GDPR. La base giuridica dei trattamenti è rinvenibile nelle norme che disciplinano l’accesso agli impieghi pubblici e lo svolgimento dei concorsi, coordinate con le disposizioni del Regolamento (in particolare artt. 5, 6, 9 e 88) e del Codice privacy (artt. 2-ter e 2-sexies). Ciò non significa, però, che ogni dato raccolto possa essere liberamente diffuso in rete: la pubblicazione va limitata a quanto strettamente necessario rispetto alle finalità di trasparenza e secondo le modalità previste dal legislatore.
Il Garante sottolinea infatti che la pubblicità “tradizionale” (albo, bacheche, consultazione presso gli uffici) non equivale automaticamente a una pubblicazione illimitata su web. La diffusione online, specie se accompagnata da indicizzazione tramite motori di ricerca, espone i candidati a un rischio strutturalmente più elevato: le informazioni restano accessibili nel tempo, sono facilmente aggregabili con altri dati disponibili in rete e possono dar luogo a utilizzi impropri o discriminatori. Da qui la necessità di selezionare con attenzione quali dati rendere pubblici, con quali modalità e per quanto tempo.
In tale quadro si inseriscono anche le innovazioni introdotte dalla disciplina sul Portale unico del reclutamento (Portale InPA) di cui all’art. 35-ter del d.lgs. 165/2001 e, più di recente, dal d.l. 14 marzo 2025, n. 25, convertito nella l. 9 maggio 2025, n. 69, che ha inciso proprio sulla pubblicità delle procedure concorsuali. Secondo il Garante, il nuovo assetto normativo non solo conferma ma “positivizza” la linea interpretativa già sostenuta dall’Autorità: conciliare esigenze di trasparenza, buon andamento e imparzialità della PA (art. 97 Cost.) con i principi di protezione dei dati, evitando trattamenti sovrabbondanti o sproporzionati.
Le FAQ, elaborate dal Garante in raccordo con il Dipartimento della Funzione pubblica, si propongono dunque come uno strumento operativo per amministrazioni e soggetti obbligati: richiamano le cautele maturate nella casistica concreta, indicano i punti di attenzione nelle diverse fasi del concorso e mirano a prevenire, più che sanzionare, pratiche non conformi. L’obiettivo di fondo è chiaro: garantire la massima trasparenza delle procedure selettive senza trasformare la partecipazione a un concorso pubblico in un’esposizione permanente dei propri dati personali sulla rete.